Il Museo di Archeologia per Roma
Dalla centro storica alla città storicaGià nel nome, Museo di archeologia per Roma e dal sottotitolo, Dal centro storico alla città storica c’è l’intento di portare l’attenzione su tutta la città intera, sulla capillare distribuzione delle testimonianze archeologiche distribuite ben oltre il confine delle mura che racchiudono il Centro storico.
La convinzione che sia auspicabile e necessario un nuovo sguardo sull’archeologia a Roma, nasce da una lunga esperienza di ricerca, nel corso della quale si è riflettuto, discusso e lavorato a lungo.
Negli ormai lontani anni Novanta, in occasione di studi realizzati per dotare la città di un nuovo Piano regolatore, furono compiuti ricerche ed elaborazioni approfondite su molteplici aspetti, compresa la distribuzione del patrimonio archeologico su tutto il territorio comunale. Una operazione al termine della quale si dichiarò, concordemente che era auspicabile uno spostamento di scala passando da un investimento culturale da sempre focalizzato sul centro storico, alla città nel suo insieme: dal centro storico, appunto, alla città storica.
A distanza di molti anni, continuando a lavorare nelle zone ai margini della città, la convinzione che quella fosse la strada giusta si è andata rafforzando. In questo quadro quindi, dovendo “varare” questo piccolo Museo, situato quasi al confine della città, si è voluto lanciare un messaggio, formulare un auspicio, accarezzare la speranza che si rivolga uno sguardo nuovo e più ampio al patrimonio archeologico romano. Occorre però precisare che, pensando al patrimonio della città periferica non basta rivolgere l’attenzione a parchi, più o meno famosi, quanto a una miriade di resti, anche importanti, distribuiti nella città costruita (giardini, interstizi degli edifici, strade, residui di Agro, ecc.) che versano in totale abbandono e che richiederebbero un impegno progettuale attento, complesso, responsabile, che rappresenterebbe una svolta qualitativamente importante nelle strategie e nelle ricadute culturali della città.
Il Museo, ideato e diretto da Andreina Ricci, rappresenta il punto di arrivo di vent’anni di progettazioni e ricerche archeologiche svolte, nel settore sud-orientale di Roma, dal Centro Interdipartimentale per lo studio delle Trasformazioni del Territorio (CeSTer) di Torvergata, Università degli Studi di Roma. L’intento è stato quello di creare un luogo che riuscisse a raccontare i risultati di tante ricerche sul campo, ma che potesse anche attrarre l’attenzione del pubblico sul ruolo che l’archeologia potrebbe svolgere come motore di qualificazione culturale della Roma fuori dalle mura, impropriamente considerata, da tanti punti di vista, periferica. Qualche anno fa, si è presentata l’occasione di utilizzare il casale detto “Villa Gentile” che per le caratteristiche dell’edificio, la vicinanza delle strutture universitarie e la collocazione in un’area verde, recintata e alberata, ben si prestava a ospitare il museo archeologico dell’Ateneo.
Dopo aver ricevuto, su presentazione di un progetto, un finanziamento per la realizzazione dal Arcu S.p.A. (Mibac) il Museo è stato inaugurato a ottobre 2014.
Intenti e prese di posizione sono state dichiarate e motivate nella prima sala del Museo dove, accanto alle immagini che testimoniano la quantità e lo stato in cui versano le numerosissime preesistenze archeologiche distribuite sono state esposte alcune proposte progettuali a scale differenti, puntuale e inter-municipale, corredate dalla esplicitazione dei criteri che ne hanno sorretto l’elaborazione. A seguire la prima sala, l’esposizione condurrà il visitatore attraverso due aspetti fondamentali della vita dell’uomo antico, la morte e i suoi riti nelle necropoli scavate e la vita nelle numerose ville romane disseminate nel territorio di Roma.